Società di ingegneria: iscrizione all’albo per lavorare con privati
Le Commissioni Finanza e Attività Produttive della Camera hanno promulgato un emendamento all’articolo 31 del ddl Concorrenza: le società di ingegneria dovranno rispondere ai requisiti richiesti dalle Società Tra Professionisti per lavorare nel settore privato. Quindi, i contratti stipulati con committenti privati, saranno ritenuti validi a patto che la società si iscriva all’Albo Professionale entro sei mesi.
La norma è stata pensata per fare chiarezza sulle rispettive responsabilità di società di ingegneria e liberi professionisti.
L’articolo 31, inizialmente, ammetteva la cooperazione tra committenti privati e società di ingegneria di capitali o cooperative; a fine luglio la Commissione Giustizia si è pronunciata per la cancellazione della direttiva.
Nel 1994 la Legge Merloni aveva introdotto le “società di ingegneria” per le attività di progettazione nel settore pubblico. La Legge 266/1997 ha soppresso l’articolo 2 della Legge 1815/1939 che consentiva l’attività professionale solo nella forma dello studio tecnico. Nessuna disposizione, però, sulla collaborazione tra committenti privati e società di ingegneria.
Il Presidente dell’Associazione Oice, ritiene che questo provvedimento vada a ledere gli interessi dell’ingegneria organizzata, settore che negli ultimi anni ha creato occupazione e crescita per il paese, perché pone degli ostacoli, mentre negli altri paesi europei non è necessaria l’iscrizione all’Albo per le società di ingegneria. Così facendo si rischia di favorire la fuga dal nostro paese delle grandi società di ingegneria, e di porre un freno agli investimenti di società estere.
Il Consiglio Nazionale degli Architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori e la Rete delle Professioni Tecniche, hanno dichiarato che il problema è la necessità di seguire delle regole comuni, la forma societaria non ha importanza. Gli architetti e le Società Tra Professionisti (STP) operano rispettando un codice deontologico, la riforma delle professioni e le direttive comunitarie, mentre le società di ingegneria non hanno un codice etico.
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