Pubblica Amministrazione, no all’assegnazione diretta per beni e servizi infungibili
Fra le prassi comuni utlizzate dalla pubblica amministrazione vi è quella di mettere in deroga la legge sugli appalti per beni e servizi così detti infungibili, come per esempio i software utili per lo svolgimento delle attività amministrative, portando come motivazione il fatto che solo quella specifica ditta contattata si occupi della produzione di determinati programmi informatici. Questa prassi però va contro le nuove norme sulla concorrenza. Proprio per questo motivo l’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione, è infatti in lavorazione per una serie di linee guida che possano modificare questa abitudine che porta la P.A. ogni anno ad assegnare appalti pubblici senza bando per un totale di 15 miliardi di euro.
Un bene o un servizio, a ben guardare, potrebbe essere considerato infungibile per differenti motivi: non solo il prodotto in vendita potrebbe esserne la causa, ma anche la convenienza che la pubblica amministrazione ha nel non cambiare un fornitore che già conosce o di cui conosce il prodotto. Sarà comunque la Pubblica Amministrazione che dovrà informarsi sull’infungibilità degli specifici beni o servizi prima di pubblicare il bando di gara, attraverso indagini di mercato e affini (come dice il decreto legislativo n. 50 del 2016).